Adelaide Cioni

Marea 25

Marea 25 è la quinta edizione del programma di ricerca con la partecipazione dell'artista Adelaide Cioni

(Lei)

Adelaide Cioni

Bologna , 1976

Il lavoro di Adelaide Cioni si muove all’incrocio fra tessuto, pittura e performance. Gli elementi costanti alla base della sua pratica sono il disegno, l’assenza di narrazione e l’approccio femminista.

La sua ricerca si concentra sul concetto di riconoscimento, e indaga i motivi decorativi astratti nel corso dei secoli e delle aree geografiche, che ricollega alla nostra memoria delle piante. Negli ultimi anni, ha aperto il lavoro alla musica e alla danza, in un approccio multidisciplinare e collaborativo, al tempo stesso la sua pratica si è espansa in grandi installazioni spaziali dentro le quali accogliere il visitatore.

Tra i progetti recenti, True Form, The Approach, Londra, UK, Touch Song, St. James Church, Piccadilly, Londra, UK
, Drawings for Myself, P420, Bologna, IT
, Il mondo, Centro Pecci, Prato, IT, Italian Painting Today, Triennale Milano, IT, Ab ovo / On Patterns, Mimosa House, Londra, UK, Io dico io (I say I), Galleria Nazionale, Roma, IT. È rappresentata da P420, Bologna, e The Approach, Londra.

Progetto

Durante la residenza in costiera amalfitana, Adelaide Cioni lavorerà alla creazione di nuovi costumi per la realizzazione di un’opera performativa legata al mare, prendendo ispirazione da elementi connessi alla mitologia e all’archeologia del territorio.

«Da qualche anno studio la ricorrenza di motivi decorativi astratti e di forme geometriche elementari nel corso dei millenni e nelle diverse aree geografiche. Sono almeno quarantamila anni che disegniamo griglie, cerchi, triangoli o semplici punti, ripetendoli uno accanto all’altro, dalle ossa della grotta di Aurignac alla cultura Kapa delle Hawaii, dalle tombe etrusche in Toscana agli oggetti etiopi del XIII secolo e alle federe Ikea del XXI secolo, per citare solo alcuni esempi.

Tutto questo mi fa pensare a una sorta di vocabolario comune, un insieme di immagini condivise da tutta l’umanità e legate alla nostra tendenza all’astrazione. Per un’ex traduttrice come me, sono aspetti molto interessanti perché suggeriscono un senso di appartenenza tra esseri umani, al di là dei confini politici o delle barriere linguistiche, un senso di appartenenza che risiede in semplici astrazioni e che deriva dal corpo e dal nostro legame con la natura».

Cioni, inoltre, durante la permanenza a Praiano, lavorerà sul mare come luogo del reale e della mente, come potenza inafferrabile, capace di generare quel senso terrifico del «perdersi nell’immensità acquatica e pace amniotica, e di fronte al quale siamo inadeguati e vulnerabili, ma che al tempo stesso ci conduce lontanissimo, a dimensioni non umane».

«Il territorio della Costiera amalfitana è costellato di siti e mitologie che amplieranno il raggio della mia ricerca. La residenza con Marea sarà un’opportunità per esplorare questi due versanti e raccogliere materiali come suoni, tessuti, storie, sguardi e disegni. E poi c’è lo iodio».