Nell’ambito del progetto MAP, con il sostegno della Warner Chappell Music France, qualche tempo fa abbiamo ospitato in residenza a Praiano Paco Del Rosso, polistrumentista e compositore poliedrico di base a Bruxelles.
Dopo aver studiato al Conservatorio di Musica di Lione, nel 2015 inizia il suo progetto solista dal titolo Sin Tiempo. In seguito all'uscita di «Blue», il suo EP d'esordio, vive una rapida ascesa aprendo i concerti di moltə artistə internazionali e suonando in importanti festival.
Dal 2019, si è guadagnato visibilità come producer musicale di artistə riconosciutə in Europa e negli Stati Uniti, tra cui Damso, Silly Boy Blue, Rimon e Lucky Love. Ha anche composto colonne sonore originali per cortometraggi e collaborato con artistə contemporaneə, creando connessioni tra la musica e le altre arti.
Durante la residenza artistica in Costiera Amalfitana, Paco Del Rosso ha lavorato a Sin Tiempo, un full-length che segnerà il suo primo album in studio da solista, «un’autobiografia romanzata, narrata nel quadro della fiction, molto vivida e dettagliata, simile al lavoro di un regista, ma in forma musicale», lavorando ai testi come se se fosse una sceneggiatura e performando canzoni come se si stesse recitando una parte.
L’album è stato pensato in tre atti, ognuno dei quali rappresenta una fase della vita: infanzia, adolescenza ed età adulta. «La storia che voglio trasmettere in questo album è autobiografica: ho tratto molta ispirazione dal mio bagaglio culturale, in particolare dalle mie radici familiari italiane, dai miei ricordi d’infanzia legati ai miei nonni. I concetti di memoria e la sua trasmissione sono state tutte fonti di ispirazione.»
Dall’approccio ibrido e unico nel suo genere, con il suo sound Paco rappresenta il futuro della scena musicale francese. L’abbiamo intervistato!
Grazie alla Warner Chappell Music France e a Valentin Zucca per aver reso possibile questa residenza.
Marea: Ciao Paco! Ci racconti chi sei e qual è la tua formazione artistica?
Paco: Mi chiamo Paco Del Rosso e sono un artista, musicista e compositore musicale. Vengo da Lione e attualmente vivo a Bruxelles. Ho frequentato il Conservatorio di Lione, nella sezione di musica contemporanea e realizzato in seguito diversi progetti con i miei gruppi musicali, oltre a numerosi concerti. Ho anche composto musica per altri artisti, di tutti i generi, dal rap al pop.
Marea: Qual è il tuo strumento preferito o con cui ti senti più a tuo agio?
Paco: Non so se ho uno strumento preferito. Credo che cambi a seconda del periodo della mia vita e di quello a cui sto lavorando in quel determinato momento. In linea di massima, direi che la chitarra è lo strumento con cui mi sento più in sintonia. Ma può cambiare a seconda del progetto a cui lavoro. Per esempio, per il progetto pensato per Praiano, ho usato molto il mellotron, è stato il mio punto di riferimento.
Marea: Da Parigi a Bruxelles e ora Praiano. Su cosa hai lavorato durante il periodo in costiera? Com’è stato trascorrere due settimane qui? Quali idee sono venute fuori?
Paco: A Praiano ho lavorato al mio progetto personale che rimandavo da anni, e quando il mio caro amico Roberto, cofondatore di Marea, mi ha suggerito di venire a svilupparlo qui ho pensato che fosse il momento giusto per farlo. E ne sono molto contento. È buffo perché quando sono arrivato a Praiano avevo un’idea precisa di cosa volevo dire e di come volevo raccontarlo. Ma poi mi sono lasciato molta libertà, perché quando sei in un posto è importante considerare il luogo in cui ci si trova, che ha un’enorme influenza sul processo di ricerca e di produzione. Me ne torno con un’idea piuttosto simile a quella che avevo all’inizio, ma molto arricchita da tutto ciò che ho vissuto qui, e con una definizione della musica, del suono, della storia che volevo raccontare molto più chiara.
Marea: Come è andata la residenza? Pensi abbia arricchito il processo creativo? Ci sono elementi della costiera amalfitana che ti hanno ispirato?
Paco: Credo che ciò che mi ha ispirato di più qui a Praiano, anche da Casa L’Orto dove abbiamo vissuto, è stata la vista infinita sull’acqua, per tutto il tempo. Il mare è sempre lì e allo stesso tempo è diverso ogni giorno e anche durante il giorno, cambia molto dalla mattina alla sera. È un punto di riferimento costante, davvero. È sempre fonte di ispirazione, una fonte inesauribile. Ma anche questa vegetazione rigogliosa circostante, i colori, il cielo, tutta la natura che mi circonda, è davvero qualcosa di prezioso per la creazione artistica.
Marea: Di solito lavori in grandi città, ti sposti spesso. Cosa significa isolarsi in un piccolo paese e prendersi del tempo per sé? Che valore può avere in un processo artistico?
Paco: Credo che isolarsi e stare in un posto come Praiano, fuori dalle grandi città, sia molto, molto importante. Addirittura essenziale, soprattutto quando si ha bisogno di mettere cuore e anima in un progetto. Per me è stato estremamente benefico potermelo permettere, lontano da tutto il resto, anche dall’attualità. Non vedere quello che succede fuori e concentrarti sul momento presente e sul creare, credo che sia davvero molto importante, addirittura primordiale.
Ti dà accesso all’ispirazione. Due settimane non sono abbastanza a Praiano. Potrei restare tranquillamente per due mesi, questo è certo. Ma è stato sufficiente perché mi ha dato una buona base per pensare e creare, ma ti fa anche venire voglia di tornare. Sono soddisfatto di ciò che sono riuscito a creare e a infondere al progetto. Mi ha dato una struttura e una buona linea direttiva. Ora dovrò concentrarmi sui testi delle canzoni e andare molto più a fondo, e penso che sia un bene farlo dopo quest’esperienza. Potrò usare il ricordo, le sensazioni che ho provato qui per infondere ai testi la nostalgia che vorrei trasmettere.
Marea: Per quanto riguarda il suono, lə artiste che conoscono Casa L’Orto dicono che qui il vento parli. Ci sono elementi, ritmi, temporalità che hanno ispirato il processo della tua ricerca?
Paco: Nella mia idea progettuale iniziale volevo dedicare una parte importante al design e in particolare alle registrazioni di suono istantanee, catturate al volo e così ho registrato molto, soprattutto il cinguettio degli uccelli. Il tempo era splendido e ce n’erano una moltitudine.
Ho registrato la voce del vento, il mare, i diversi rumori ambientali, anche le persone che chiacchieravano, e così via. In effetti, la cosa che mi ha colpito di più è stato il riverbero dello spazio in cui ho lavorato: sembra più una cappella che il salone di una casa, e si potrebbe pensare che questo sia un elemento negativo a causa della troppa risonanza.
In realtà, ho cercato di farne buon uso. Avrei potuto cambiare stanza, una stanza con un suono diverso. Mi piaceva quello che accadeva. È stata una coincidenza perché è capitato nel momento giusto: era connesso a uno stato d’animo, con un significato preciso, o almeno ho cercato di cercarne uno, e questo è quello che è successo.
Di conseguenza, ho registrato molte voci, come fossero un coro, e ho anche spostato i microfoni nella stanza per valorizzare solo il suono dello spazio. Credo che questo avrà molto a che fare con l’identità sonora che avrà il progetto.
Marea: A proposito di cappella, siamo andatə alla Congrega del Rosario di Praiano, dove nel 2021 nasce la casa della musica, e hai potuto suonare e registrare. Com’è stata questa esperienza?
Paco: Sì, alla fine della mia residenza ho avuto la fortuna di suonare il pianoforte della cappella accanto alla chiesa di Praiano. È stato incredibile. È stato uno dei luoghi in cui ho trovato il suono del pianoforte più bello che avessi sentito da molto tempo a questa parte.
È molto diverso da quello che si può ottenere in uno studio musicale dove tutto è pensato per rendere il suono molto dettagliato e ordinato. Qui, invece, ho trovato una carica emotiva molto forte, e ho sentito molta più vita nello strumento. E credo che questa costituisca una ragione in più al fatto che dovrò tornare qui per registrarlo.
Marea: Ci hai accolto nel tuo studio a Praiano, uno spazio costellato di disegni, libri, fotografie. Che connessione hanno con il progetto musicale?
Paco: Sì, nei miei progetti ho bisogno di usare altri strumenti oltre al suono. Scrivo spesso le mie idee su quaderni. È anche un modo per farle uscire dalla mia testa e metterle su carta. E per farlo uso molte immagini, per esempio ho stampato molte foto che a volte hanno un significato, a volte no, oppure erano foto che riassumevano bene l’energia o l’idea che volevo mettere in un pezzo. Così ho cercato di creare l’album come se fosse un film.
Ho inserito immagini che per me hanno un significato importante e che mi hanno aiutato a spingermi oltre nella ricerca. E così ho creato uno storyboard da percorrere durante questo periodo a Praiano. Sono andato in spiaggia con Clémentine con cui ho condiviso questa esperienza di residenza e di vita. Ho raccolto ciottoli e pietre e li ho usati allo stesso modo per dare un ritmo alla temporalità di questo posto. Ho usato anche delle matite che ho trovato in casa. Certe volte può essere troppo lineare fare solo musica e quindi è bene pensare la musica sotto un’altra forma. Per me è molto importante questo aspetto.
Marea: Condividendo la residenza con Clémentine, cosa ha significato risiedere con un’altra persona?
Paco: Mi ha fatto molto piacere condividere questa esperienza insieme a Clementine perché è una grande amica e una grande scrittrice. Durante la residenza non abbiamo parlato molto dei nostri progetti e alla fine è stato abbastanza positivo. Credo che, in questa prima fase, entrambə volessimo tenerli per noi.
Ma abbiamo parlato molto del processo di creazione. Tutto questo è stato molto stimolante. Abbiamo trovato molte coincidenze nei nostri progetti, nonostante abbia preso forme molto diverse. E sì, è come se ci fosse un’energia totale intorno a noi che ci ha ispirato in qualche modo. E anche tutte le persone che abbiamo incontrato. Il tempo trascorso con Imma e Roberto, credo sia stato molto arricchente, permettendoti allo stesso tempo di evadere. È importante allontanarsi dai propri progetti per tornare con nuove idee. È come se avessi fatto riposare la mente. Credo questo sia molto prezioso.
Marea: Com’è andata questa esperienza in residenza qui a Praiano?
Paco: Direi magica, particolarmente magica.