Partiremo dalle immagini che abbiamo incontrato qui: il mare di sotto, la torre, la preghiera che spezza le trombe d’aria, il tombolo, le janare, le furmechelle, il braciere, il paradiso, l’unguento. La forma del libro permetterà a queste immagini e pratiche di esistere qui ma anche altrove. Nasce dalla volontà di lasciare qualcosa del nostro passaggio a Praiano. D’altronde, il libro è la forma in cui anche noi ci siamo incontrate.
Sarà un moto ondoso, una marea in perenne movimento. Un libro che parlerà di cosmologia, di etica, di cura, di legami, costellazioni, politica affettiva e psicogeografia. Non vogliamo mettere un punto sulla cartografia di questo posto ma aprire un dialogo con il territorio, interagendo con esso».