Dopo aver concluso la residenza IS.LAND nel contesto di Procida Capitale Italiana della Cultura 2022, il Collettivo ৺ ෴ ර ∇ ❃ ﹌﹌ ha lasciato l’Isola di Arturo per approdare in costiera amalfitana, a Praiano, per proseguire la ricerca iniziata nell’isola eoliana di Alicudi, dove sono note alcune leggende riguardanti delle donne simili a streghe, le cosiddette majare.
«L’idea che la donna potesse essere libera dalla sua funzione sociale di madre e di figlia è sempre stata al centro degli incubi e del terrore degli uomini: così come le majare, anche le janare, figure simili della tradizione campana, esercitano il loro desiderio di evasione tramite il volo e la partecipazione ai sabba, come volontà di fuggire temporaneamente da una quotidianità opprimente».
Dal 31 ottobre al 26 novembre 2023 il collettivo è stato ospite di Marea a Casa L’Orto per approfondire la ricerca sulle janare attraverso interviste e incontri con lə abitanti del territorio. «Oltre alle storie di mare, siamo interessatə anche a tutte le mitologie e i racconti legati all’altro lato della costiera, quello dell’entroterra montuoso: le storie delle guaritrici e i racconti del lavoro delle donne che avveniva principalmente a contatto con la terra. Abbiamo cercato di legarci a queste storie per capire in che modo possano rivivere nel quotidiano e nel nostro immaginario politico».
Volare via Mare: un’introduzione
Grazie alla conoscenza dellə abitanti del luogo, in particolare di Praiano e Positano, che hanno condiviso le loro leggende familiari e i racconti della tradizione autoctona, il Collettivo ৺ ෴ ර ∇ ❃ ꩜ ﹌﹌ ha potuto trovare molti punti di contatto tra la tradizione siciliana e quella campana; un esempio tra tutti, le formule recitate prima di prendere il volo:
“vento e sottovento, portami a sopravento”
“vient e sott vient e sott o muro e mulumiento”
I luoghi e la comunità
Trotula de Ruggero e le tecniche di guarigione
Durante il mese di residenza in costiera amalfitana, il collettivo ha potuto approfondire la «capacità immaginativa di queste figure le quali, attraverso l’utilizzo e la conoscenza delle piante e di saperi altri, hanno trovato un modo per uscire dai ruoli imposti loro dalla società, prendendosi al contempo cura della comunità, spesso in maniera gratuita».
Trotula ha vissuto in un periodo incredibile per la costiera, quando imparava tutto il sapere arabo, ebraico, cristiano che si univa e contaminava insieme. E inaspettatamente, in quel momento c’erano donne che guidavano con i loro saperi i medici del tempo».
Praiano, la datura e la sue proprietà psicoattive
In particolare, a Praiano «abbiamo trovato una pianta molto interessante, la datura, una pianta bellissima a forma di campana; la chiamano anche Trombone d’Angelo. È una pianta che assunta in certe quantità può avere proprietà venefiche, in altre può essere invece psicoattiva e “far viaggiare” o “far volare”.
«È bello immaginare cosa significasse per loro lasciare l’ambiente domestico, spesso opprimente e patriarcale, per incontrarsi e mangiare cibi prelibati o ballare insieme sotto il famoso noce di Benevento.»
Incontro con Seby e Faustina Fusco: il Pozzo delle Streghe e il Guarramone
Per andare più a fondo nella ricerca sulle janare e sulle guaritrici capaci di utilizzare le erbe a scopo terapeutico, siamo andatǝ a trovare Faustina e Seby Fusco, una donna di Praiano diplomata in canto lirico e profonda conoscitrice di storie e tradizioni legate alla cultura orale locale, e non solo.
Seby ci ha raccontato che Praiano è sempre stata magica e che in paese ci sono due luoghi importanti per le janare: il Pozzo delle Streghe, nei pressi del ponte della Praia, e il Guarramone, giù alla caletta della Gavitella.
«La mia bisnonna, Giovannina, era una janara. La chiamavano la lupamagna, che significa divoratrice di uomini. Aveva una stanzetta con tanti archetti dove conservava boccettine contenenti oli e unguenti. Se qualcunə si faceva male, sapeva curare con un impasto di erba paretaria e ruta, ammaccate con una pietra in un mortaio.
Mio padre mi raccontava che, grazie a un unguento che si metteva sotto le ascelle, sapeva volare. Un giorno successe che qualcuno glielo cambiò e cadde di sotto. Non morì, ma poi si vendicò.
Un altro aneddoto è della nonna di mia madre. Raccontava che una donna si era messa insieme al fidanzato di un’altra donna. Questa si rivolse a una janara che fece un filtro magico all’uomo mettendo nel caffè del sangue mestruale.
Quando eravamo piccolǝ ci raccontavano sempre storie di monacielli e di janare. Tutte le cose che necessitano di meditazione, di un pensiero, sono nate di notte. Meditando, ho capito perché: la notte è un modo di parlare con l’anima, quella parte di noi che non vediamo, ma che c’è e ti fa fare i conti con te stessǝ».
Teresita, lǝ studentǝ di Praiano e la dimensione taumaturgica dei talismani
Per riempire questo vuoto, il collettivo ha intervistato e incontrato persone di generazioni diverse che abitano questi luoghi. Grazie a Teresita Rispoli, insegnante della scuola secondaria di primo grado di Praiano, il Collettivo ৺ ෴ ර ∇ ❃ ﹌﹌ ha trascorso un pomeriggio con lə suə alunnə, sperimentando insieme la pratica del disegno collettivo.
Tramite le esperienze e memorie di Teresita e dellǝ ragazzǝ, sono emersi racconti custoditi dalla comunità di Praiano e frammenti di storie personali e mitologie legate al territorio. «Ispiratǝ da Teresita, questǝ ragazzǝ stanno continuando a raccogliere storie e racconti, intervistando lǝ loro parenti ricostruendo così nuove cosmologie, importanti da conservare».
Esercizi di meditazione sonora con le artiste Alice e Altea
Le streghe di Benevento: la visita con l’antropologa Maria Scarinzi
Da questa visita è emerso che la janara era un’esperta di erbe medicinali, una donna sapiente e potente, dall’indole libera in un momento in cui le donne non avevano spazi culturali o professionali in cui confrontarsi.
Intervista all'artista Derek Di Fabio
La fanzine del collettivo presentata durante Alta Marea Fest
Dalla residenza del collettivo è nato un primo lavoro grafico che ha assunto la forma di una fanzine, già presentata durante la due giorni di Alta Marea Fest.
Lavoro Oscuro: appunti visivi e il sound piece
Dal medioevo di Trotula e di Hildegarda a quello delle streghe, dai secoli dell’inquisizione alle teorie freudiane sull’isteria, le donne hanno sempre testimoniato una grande familiarità con l’erboristeria come pratica terapeutica e come memoria di un mondo ormai passato. quel che sta succedendo e ciò che siamo. La via di colei che ha osato e colei che ha condiviso.
Estratto da lavoro oscuro Collettivo ৺ ෴ ර ∇ ❃ ﹌﹌ 2022